Orgoglio Piacenza
Direttore tecnico Complesso Monumentale Cattedrale di Siena
Appartiene a una famiglia tornata nel Piacentino nella seconda metà del XIX secolo dopo gli anni di emigrazione negli Stati Uniti. La sua è una famiglia emancipata grazie al lavoro ed alle nuove competenze acquisite con lo studio universitario. Nelle ultime tre generazioni molti, donne e uomini, sono stati segnati dalla passione per il proprio lavoro e per le Arti. Tutte amatissime, benché la più praticata sia l’architettura, anche dalla nuova, sua figlia Lavinia. Completa gli anni di formazione con una laurea magistrale in architettura al Politecnico di Milano, orgogliosamente conclusa con un master internazionale d’architettura a Siviglia, ha condotto lo studio professionale di famiglia in collaborazione con colleghi e amici dal 1987 fino al 2019, anno nel quale ha vinto una selezione nazionale per assumere la direzione tecnica del Complesso Monumentale della Cattedrale di Siena. Ha partecipato a numerosissimi concorsi d’architettura con un piccolo gruppo con amici colleghi, tra quelli vinti, il nuovo Municipio di Canzo realizzato, pubblicato su Casabella meritevole del premio “Maestri Comacini” nel 1998. Oggi, vive e lavora a Siena a pochi passi dal Duomo e continua anche l’attività di architetto in Toscana e nella sua città di origine, Piacenza.
Radici, formazione e appartenenza. Nonostante la ricchezza delle esperienze acquisite negli ultimi anni grazie al mio nuovo ruolo a Siena, Piacenza rimane il punto focale nel mio orizzonte. Anche per ri-scoprire il piacere di tornare in questa città che ha saputo in questi anni aggiungere nuove opportunità a chi cerca un luogo dove vivere.
Il mestiere dell'architetto, il mio lavoro è la mia passione. Viaggiare per conoscere e la musica. Vivo queste passioni come fossero una. Tra le pagine a colori di una vecchia enciclopedia, le prime appassionate scoperte e i viaggi letterari. Irriducibile wanderlust anche a due ruote, purchè a pedali, tra spettacoli naturali, città antiche sempre accompagnato dal Koln Concert di K. Jarret e tantissima musica.
Dopo mio padre, per più di trent’anni ho condotto restauri e manutenzioni della Basilica di Sant’Antonino, un tesoro sotto gli occhi di tutti e da generazioni custodito con grande cura. Un “tempio“ sacro aperto per tutti coloro vogliano partecipare alla sua vita spirituale e liturgica, non solo anche per ammirare le sue parti più riservate nelle quali sono custodite preziosissime opere d’arte. La Basilica Patronale della nostra città nel suo sottotetto, praticabile non senza difficoltà, custodisce alcune tra le testimonianze pittoriche più antiche del nostro territorio. Solo pochissimi tuttavia sono a conoscenza che esiste un percorso per arrivare fino alla sommità della Torre ottagonale. Occorre salire attraverso le salette del Museo e dell’Archivio Storico, attraversare il suo sottotetto fino alla base della torre ottagonale. All’incrocio tra il Transetto occidentale e la Navata centrale si trova il castello ligneo interno alla torre. Qui inizia la scala di legno, le rampe si rincorrono lungo gli otto lati, una salita scomoda che regala emozioni fin dal primo gradino. Una torre diventata il simbolo riconosciuto e identitario che orienta la vita della nostra comunità. Il percorso nel sottotetto è caratterizzato dalle maestose capriate in legno e lungo i muri perimetrali ci sono decorazioni pittoriche che ci riconducono fino ai secoli più lontani quando dal X e XI secolo venne ricostruita la basilica nella sua ultima ri-edificazione benché la sua origine risale al tardo IV secolo come prima Cattedrale della nostra città. Per chi ha fiato e coraggio all’ultimo piano si possono toccare le campane di bronzo e affacciarsi sulla città immersa nel suo paesaggio naturale, dalla pianura alle montagne.
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