Orgoglio Piacenza

Alessandro
Malinverni

Direttore del
Museo Gazzola

Chi sono

Si forma presso l’Università degli Studi di Milano, dove consegue la laurea magistrale in Storia e Critica d’arte; in seguito vince un dottorato di ricerca e successivamente alcuni assegni di ricerca che lo hanno portato a collaborare con l’Università e altre istituzioni pubbliche
Il suo lavoro lo vede attivo in diversi ambiti legati all'arte: direzione di riviste, pubblicazioni di articoli e libri, partecipazione a cataloghi di mostre.
I suoi studi lo hanno portato ad approfondire la storia dei ducati di Parma e Piacenza e il rapporto tra questi e la Francia nel secolo dei Lumi. In particolare, ha pubblicato numerosi studi su Luisa Elisabetta di Borbone Francia, moglie di don Filippo, divenuta duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla nel 1748, responsabile di una massiccia importazione di usi e costumi francesi in Emilia.
Nella sua carriera sono diversi gli aspetti dei quali si è occupato in ambito artistico: direzione di riviste, pubblicazioni di articoli e libri, partecipazione a cataloghi di mostre, curatele di esposizioni, conferenze, visite guidate speciali, aperture di luoghi e palazzi storici, dividendosi tra Parma e Piacenza, dal 1545 fino al 1859 città segnate da un destino comune.
Oggi è docente di storia dell’arte nei licei e direttore del Museo Gazzola, che possiede dipinti dal Cinquecento al Novecento, riconducibili ad artisti locali e non; una quarantina di sculture; quattrocento armi bianche del conte Antonio Parma (in deposito presso i Musei Civici di Palazzo Farnese); oltre duemila tra disegni e incisioni, nonché un centinaio di calchi in gesso di statue e bassorilievi.
Vero riferimento culturale e artistico per i Piacentini, il museo Gazzola ha ospitato dal 1903 sino agli anni Sessanta il primo museo della città, comprendente le collezioni del Collegio Alberoni e del Comune di Piacenza.

Perché Piacenza

Piacenza è il mio riferimento.
Una città dalla giusta dimensione, con tanto da offrire in termini di patrimonio artistico, in un susseguirsi di palazzi storici e meravigliose chiese.
Un ricchissimo centro città al quale si accompagna un territorio circostante di notevole bellezza, caratterizzato da morbide colline, disseminate di borghi, pievi e castelli, dal fascino paesaggistico indiscusso.
Non per niente Piacenza, "terra di passo" come la definì Leonardo, era stata individuata come prima capitale dai Farnese (poi con l’assassinio del primo duca, tale onore passò a Parma).
Ciò che a mio parere caratterizza Piacenza è la stratificazione di testimonianze artistiche e architettoniche, dal Medioevo sino al Novecento.

Passioni

Le mie passioni sono per lo più legate al mio lavoro: la lettura, il cinema, il teatro.
Durante questi momenti di apparente svago, ho la possibilità di aggiornarmi e apprendere, e così riflettere e creare nuovi progetti ed eventi che prevedano – ove possibile – un approccio interdisciplinare.
Gli altri grandi interessi sono, comunque, legati in qualche modo al Secolo dei Lumi, periodo che prediligo: la scherma, l’equitazione e la danza (discipline occasioni di formazione per l’uomo settecentesco).
Amo gli animali e, in particolare, i cani: ne ho sempre avuti. Mi piace trascorrere del tempo con loro all’aria aperta.
Mi piace soprattutto osservarli. Resto sempre colpito dalla loro grande spontaneità.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Il mio cuore è diviso tra due imperdibili bellezze del nostro territorio, entrambe così affini a me, ma assolutamente diverse tra loro.
Il Museo e la Scuola d’Arte Gazzola, che sono stato chiamato a dirigere da Ferdinando Arisi: un vero e proprio gioiello della nostra città, il primo museo di Piacenza con collezioni molto importanti e una raccolta unica di disegni e gessi.
Dal punto di vista naturalistico, il mio suggerimento non può che indirizzarvi alla Pietra Perduca: un luogo speciale nei pressi di Travo, un simbolo della Val Trebbia, dal quale si può ammirare un paesaggio suggestivo.
Luogo di culto nell'antichità, la Pietra Perduca ospita ancora oggi un antico Oratorio dedicato a Sant’Anna, che riporta iscrizioni in latino e alcune lettere nell'alfabeto celtico, e affreschi risalenti al Trecento e al Quattrocento.
Le tracce di un antico passato si mescolano alla stupore della natura: nelle vasche per la raccolta dell'acqua piovana, probabilmente risalenti all'Età del Bronzo, vive una colonia di tritoni crestati, anfibi delicati e bellissimi, la cui morfologia muta in relazione alle fasi del ciclo vitale.
Scegliere di trascorrere una giornata in un posto così magico, pieno di energia vitale e, allo stesso tempo di pace e serenità, è un regalo a se stessi.

Riferimenti

www.istitutogazzola.it

 

Museo Gazzola

 

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Museo Gazzola