Orgoglio Piacenza
Titolare di TecnoVict
Ingegnere prestato all’agricoltura, dopo una tesi di laurea dedicata ad un sistema non distruttivo per provare le tensioni residue sui tubi delle centrali nucleari, lascia Milano per tornare in provincia ed entra nel mondo della progettazione e produzione di macchine operatrici per l’agricoltura, affiancando l’azienda del padre. Il motivo della scelta di dedicarsi al mondo della viticoltura è dovuto ad una serie di degustazioni iniziate presso la Cantina La Tosa, e proseguite poi per 25 anni. In quegli incontri nasce l’idea del grande vino, come frutto di un processo che incomincia nel momento della scelta del vigneto e prosegue nella gestione, grazie alla cultura, alla scienza e alla tecnologia, fino ad arrivare al momento della mescita. Le prime macchine progettate da Tecnovict sono una idea completamente nuova di piantapali, attrezzi versatili ed innovativi, capaci di diventare uno strumento direttamente gestito dai viticultori e non più da aziende specializzate esterne. Questo primo macchinario gli ha permesso di entrare in contatto, e di mantenere tutt’ora i rapporti, con il mondo delle eccellenze vitivinicole italiane, come il marchese Piero Antinori o aziende come Ornellaia, Frescobaldi, Ruffino, Angelo Gaja e Banfi. Il suo grande interesse verso le varie sfaccettature del vino lo porta ad approfondire le possibilità della ricerca scientifica con applicazioni operative nel mondo vitivinicolo, diventando consulente ed interlocutore preferenziale delle aziende più attente alle opportunità che la tecnologia offre nella coltura del vigneto. Affiancando la figura di manager aziendale e di incessante sviluppatore ha firmato oltre 40 pubblicazioni tecniche e scientifiche ed è docente stato Docente di Meccanizzazione Viticola presso la Facoltà di Agraria della Università Cattolica. Con l’Università di Torino ha sviluppato due progetti particolarmente interessanti, rispettivamente legati alla elettrificazione delle macchine agricole e alla riduzione dell’utilizzo dei fitosanitari, spesso responsabili dell’inquinamento delle falde idriche, attraverso sviluppo di macchinari robotizzati. Nell’ultimo anno ha insegnato robotica e sostenibilità all’università statale di Milano.
Piacenza è un territorio che ha possibilità devastanti. Nel campo di mia pertinenza, il vino, ci sono vinificatori che valorizzano al meglio le occasioni che la nostra terra ci mette a disposizione, creando piccoli gioielli che davvero poco hanno da invidiare a zone di produzione ben più rinomate. Il circondario piacentino, con tante piccole peculiarità, regala materie prime di enorme valore che si trasformano, con la cura e la passione in grandi eccellenze: non solo vini, ma anche salumi e gli atri derivati della terra. Luoghi da vedere ed assaggiare.
La prima grande passione, che mi porto dall’infanzia e mi ha guidato nella scelta del percorso di studi sono gli aerei. Un sogno di gioventù che è rinato ultimamente, quando, riprendendo gli aeromodelli costruiti all’epoca, ho scoperto le gare di velocità e partecipato a quattro Campionati Italiani di velocità conquistando 2 volte il primo posto e collezionando un secondo e un terzo posto tra il 2006 ed il 2010. Amo la fotografia analogica, che sviluppavo nella mia camera oscura, il jazz, le auto e le moto d’epoca. Adoro la gastronomia, con tutte le sfaccettature storiche e di tradizione, convinto che la cultura e la conoscenza delle ricette, frutti di tutti gli incontri che le hanno generate, e della valorizzazione delle materie prime siano una traccia che dobbiamo comunque conoscere per poter migliorare.
Il mio luogo del cuore è lo splendido borgo di Montalbo, microscopica frazione di Ziano. Al centro di numerosi itinerari che si snodano tra le fertilissime colline e i vigneti, stupendi in ogni stagione, Montalbo è una piccola e meravigliosa scoperta per chi lo visita. In questo paesino posizionato sulla sponda sinistra del Tidone, in cima alla collina, fa bella mostra di sé un castello, ora residenza privata, dalla particolare architettura: una pianta esagonale e uno gusto estetico che risente fortemente dello stile dei Vignola. Ma le sorprese non finiscono qui. Per chi, come me, si reputa un appassionato di gastronomia, il mio consiglio è di sperimentare l’agriturismo “l’Oca d’oro”. Innanzitutto per l’onestà intellettuale del progetto. Tutto si alleva o si coltiva in loco, nulla si spreca, valorizzando ogni parte della materia prima, grazie ad una sterminata conoscenza culinaria, con mille rimandi alle varie cucine italiane e francesi, e con mille commistioni di sapori. Un jazzista in opera in cucina: riesce ad improvvisare in base alle materie prime di stagione e a disposizione. Si entra in una vecchia casa, calda, accogliente ed avvolgente, con un’atmosfera che ammaglia e accompagna i commensali alla scoperta dei sapori di ogni singolo piatto. Montalbo è, inoltre, il luogo dove è nato l’unico vitigno autenticamente piacentino: l’Ervi. Ottenuto nel 1970 dal Prof. Mario Fregoni incrociando Barbera con Croatina, Ervi in aramaico significa vite.
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