Orgoglio Piacenza

Gianna
Arvedi

Presidente del
Conservatorio Nicolini

Chi sono

Tutta la sua attività si è svolta nella formazione, prima come insegnante, poi con l'incarico di assessore alla pubblica istruzione e consigliere comunale, quindi come Presidente dirigente al Liceo Classico Melchiorre Gioia, dove ha potuto collaborare con, come lei stessa li definisce, insegnanti straordinari.
Il Gioia ha ottenuto, seconda scuola d’Italia, le sezioni internazionali, ovvero, attraverso accordi con i governi stranieri, percorsi che hanno il titolo riconosciuto come accesso alle università tedesche e francesi.
Un altro passo verso questa internazionalizzazione è stata l’introduzione della lingua cinese e giapponese.
Nel 2020 è stata nominata, dal ministro, alla Presidentenza del Consiglio del Conservatorio Nicolini, uno tra i conservatori più antichi d'Italia.
Il Conservatorio Giuseppe Nicolini, istituzione interamente piacentina, può contare su un centinaio di docenti e una dotazione strumentistica di assoluto pregio, dove si annoverano tre organi, fra i quali quello del salone dei Concerti (per lungo tempo il più grande organo a trasmissione meccanica esistente in Italia), costruito da Tamburini nel 1975.
Il conservatorio possiede inoltre due pianoforti Steinway gran coda, un pianoforte Blüthner del 1960 e numerosi "mezza coda".

Perché Piacenza

Piacenza e il suo territorio sono parte fondante della nostra identità, legami naturali, da custodire gelosamente.
Ho sempre ritenuto che i miei studenti dovessero fare, nel limite delle loro possibilità, esperienze all'estero, esportando la nostra identità di territorio e tornare portando innovazione, conoscenze e competenze nuove.

Passioni

La mia passione principale è quello di cui mi sono occupata in tutta la mia vita: la formazione e i giovani.
Passione che ho avuto la fortuna di condividere con mio marito, in un percorso durato quarant'anni, aperto agli altri al tempo stesso con una grande solidità interna.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Per una volta vorrei consigliare l’itinerario Verdiano, un percorso fatto di esperienze e di passaggi, di tracce e di valori che raccontano in pieno questo compositore che ha cambiato il linguaggio musicale del nostro tempo, segnando un'epoca.
Come racconta la studiosa e scrittrice Mary Jane Phillips-Matz, nella biografia di Giuseppe Verdi pubblicata nel 1992 dalla Oxford University Press, il legame tra la nostra provincia e il Maestro è assolutamente forte e degno di nota, fatto di radici familiari, di suoi legami affettivi e di impegno anche politico (nel 1889, venne eletto consigliere provinciale).
La studiosa, inoltre, sottolinea che anche i connotati caratteriali del grande compositore rimandano alla più autentica indole della nostra provincia: operosità, prudenza negli affari, parsimonia e al tempo stesso generosità.
Insigni musicologi ritengono che il carattere piacentino, e la piacentinità, di Verdi sono parte importante della sua opera e, perciò, fondamentale per la piena comprensione di quest'ultima.
Molte di queste tracce sono, al momento, luoghi non visitabili, in attesa di essere riportati all’antico splendore e resi visitabili in toto.
Ma basta percorre con lo sguardo anche solamente gli esterni per capire il valore e l’affetto che il Maestro nutriva per loro.
La silenziosa Villa Sant’Agata, residenza ufficiale, per oltre mezzo secolo, e rifugio in mezzo alla campagna dove Giuseppe Verdi tornava tra un viaggio e l’altro e dove compose tutte le opere della maturità, dalla Traviata al Falstaff.
Nel cuore di Piacenza c’è Grande Albergo San Marco, quello che già nella prima metà del XVIII secolo era il più elegante e famoso di Piacenza e che era stato la “casa piacentina” di Giuseppe Verdi.
Questi luoghi meritano non solo una visita, ma anche un approfondimento e, soprattutto, un futuro fatto di proposte culturali e musicali all’altezza del grande compositore.

Riferimenti

www.conservatorionicolini.it