Orgoglio Piacenza

Giovanni
Paciello

Ottavino solista dell'orchestra
Teatro alla Scala di Milano

Chi sono

La sua storia personale si lega alla musica fin da bambino, quando incomincia a suonare nella banda del paese.
Dopo qualche anno, già più che adolescente, si iscrive al Conservatorio di Musica Giuseppe Nicolini. Nel 1997, dopo solo 5 anni, si diploma col massimo dei voti nella classe della professoressa Daniela Subitoni.
Per coltivare ulteriormente questa sua passione lascia un lavoro “sicuro” nel settore bancario per frequentare corsi di perfezionamento presso l’Accademia della Filarmonica della Scala studiando con Maurizio Simeoli e Marco Zoni.
Nel 2001 vince un’audizione come ottavinista nell’Orchestra Sinfonica di Milano “Giuseppe Verdi”, diretta in quegli anni da Riccardo Chailly, ruolo che ricopre per 7 anni.
Nel 2007, infatti, lascia l’Orchestra Sinfonica per partecipare ad un primo concorso internazionale per l’incarico da Professore d'orchestra al Teatro alla Scala di Milano. Non vince il concorso ma, come miglior classificato, gli viene proposto un contratto a tempo determinato.
Passano pochi anni e vince definitivamente il concorso internazionale, aprendo ufficialmente la sua carriera “scaligera” come primo ottavinista.

Perché Piacenza

Piacenza è dove ho fatto i miei studi di conservatorio, ma soprattutto è il territorio a cui mi sento intimamente legato fin dai miei anni di bambino.
Ancora oggi ricordo le domeniche passate con la famiglia nel letto del Trebbia con trasporto maggiore rispetto ad ogni altro periodo di vacanza.
Difficile spiegare in modo esaustivo questo trasporto e questa affezione ai luoghi, alla tranquillità e al modo di vivere, ma è facile capire perché ho deciso di vivere in Val Trebbia.
Mi basta andare in giardino per godere delle morbide anse del fiume e della sagoma del Castello di Statto e ritemprami nella mia oasi di pace.

Passioni

La musica non è semplicemente il mio lavoro ma è sicuramente la mia principale e fortissima passione.
Sono affascinato dall’Antico Egitto e ne condivido la collezione di reperti archeologici.
Mi ammaliano i meccanismi degli orologi classici e la loro meccanica di precisione e la ritmata perfezione.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Di Piacenza vorrei raccontare il centro storico, molto più esteso di quanto si potrebbe pensare, in un susseguirsi di palazzi storici, spesso imponenti ma mai pretenziosi o sfacciatamente esibiti.
Angoli di pura bellezza che raccontano il passaggio della storia dal Barocco al Neoclassico.
Meraviglie architettoniche che sono veri e propri scrigni di incanti con i loro affreschi, le statue, gli stucchi e i giardini interni.
Vale sempre la pena passeggiare per il centro, prestando attenzione ai particolari e agli scorci che spesso le cancellate in ferro battuto lasciano intuire.
Stabili dall’incredibile fascino come Palazzo Costa, edificato su progetto dell’architetto scenografo Ferdinando Galli Bibiena, o il vicino Palazzo Anguissola di Grazzano.
Imperdibili lo stupendo cortile coperto di Palazzo Galli e i decori in ferro battuto di Palazzo Mischi.
L’elenco potrebbe proseguire con decine e decine di altri palazzi, ma il vero suggerimento è lasciarsi andare alla casualità, passeggiare senza meta nel centro, tra viuzze e angoli inattesi, e farsi sorprendere dal continuo avvicendarsi di splendidi edifici.
Il mio consiglio è porre attenzione alle aperture straordinarie di questi palazzi, spesso privati.
Occasioni rare e preziose per riempire gli occhi e l’animo di inestimabili bellezze

Riferimenti

www.teatroallascala.org