Orgoglio Piacenza
Professore di Viticoltura Università Cattolica del Sacro Cuore
Milanese di origine, frequenta l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza all’epoca di Padre Agostino Gemelli ed è tra i primi a laurearsi, con lode, in Scienze Agrarie e il primo ad intraprendere la carriera universitaria. Ha coperto la cattedra di Viticoltura per circa 50 anni nella stessa Università, dove ha anche condotto innumerevoli ricerche e campi sperimentali. Gli piace ricordare che non ha avuto un vero e proprio maestro, dal momento che allora non esisteva un corso di viticoltura vero e proprio, in quanto era solo una branca di Coltivazioni arboree. A fianco della sua corriera accademica è stato consulente per vari governi fino a essere incaricato come Presidente Comitato Nazionale DO dei vini e autore della voce viticoltura dell’Enciclopedia Treccani. È stato uno dei tre italiani insigniti della Presidenza dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (Oiv). Gli sono state conferite la Laure Honoris Causa presso l’Università di Budapest, Università di Bucarest e l’Università di Santiago del Cile. Ha selezionato due nuove varietá di vite piacentine: l’Ervi (incrocio Fregoni 108 / Barbera x Bonarda) e la Malvasia rosa, mutazione genetica della Malvasia di Candia aromatica di Piacenza. Autore di oltre 20 libri, tra cui “Viticoltura di qualità. Trattato dell'eccellenza da terroir” e di diverse centinaia di articoli scientifici, ha fondato e diretto alcune riviste vitivinicole. Per i suoi meriti gli sono state conferite le onorificenze di Commendatore in Spagna, Ufficiale al merito in Francia, Cavaliere della Repubblica Italiana e Ambasciatore emerito delle Città del Vino. È riconosciuto accademico emerito in 18 istituzioni, tra cui i Georgofili, l’Académie d’Agriculture de France, l’Accademia Nazionale di Agricoltura, l’Accademia Internazionale del Vino ed è Presidente Onorario dell’Accademia Internazionale dei Sommeliers di Bordeaux.
Piacenza è la città dei miei studi, durati tutta la vita, ed è la provincia che mi ha dato la spinta ad approfondire la viticoltura. Un territorio in cui la cultura per l’agricoltura e, in particolare, per la vigna che mi ha regalato l’amore e la passione che è stato il motivo dominante della mia vita.
I miei impegni non mi hanno permesso di vivere passioni più intensamente della viticultura e della famiglia. Se devo pensare a qualche cosa oltre questi elementi fondanti della mia vita, posso solo pensare allo sport: calcio, pallavolo e ciclismo.
Il luogo che definirei del cuore è certamente Castell’Arquato. I ricordi di questo stupendo borgo medioevale iniziano fin dalla mia infanzia, quando in gita venni portato alla scoperta di questa meraviglia che esprime nella architettura tutto il fascino della storia, ma che nasconde tracce di un periodo molto più antico, quando buona parte della pianura Padana era occupata dal mare. Il legame con il vino e le colline di questo splendido borgo hanno tracce antiche: Sante Lancerio, considerato il primo sommelier della storia moderna e responsabile dell'approvvigionamento e del servizio del vino alla tavola pontificia del Papa Paolo III Farnese dal 1534 al 1549 racconta di un pranzo dove si discuteva di vini e di quale fosse il migliore, il Papa stesso si rivolse al suo bottigliere dicendo: “Portaci di quello di Castell’Arquato, è il solo degno di tanti ingegni”. Visitare questo borgo significa immergersi in un tempo lontano, lasciarsi andare ad una meravigliosa piazza circoscritta dalla Collegiata di Santa Maria Assunta, dal Palazzo del Podestà e dalla Rocca Viscontea, con uno sguardo aperto sulle morbide colline circostanti. Tutto il borgo, quasi intonso, è un richiamo a tempi antichi, e alle usanze difensive e quotidiane di chi lo ho vissuto. Bandiera arancione del Touring Club Italiano affascina già da lontano, con il profilo architettonico che domina l’accesso alla vallata, ma il meglio lo regala passeggiandoci, tra viottoli e le case medioevali in sasso, riccamente ornate di fiori, perfettamente conservate e oggetto di costante restauro.
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