Orgoglio Piacenza

Mino
Politi

Economista
 

Chi sono

Laureato a Bologna nel 1975, inizio a lavorare al modello econometrico dell’economia italiana presso Prometeia, associazione di ricerca fondata da Nino Andreatta.
Con una borsa di studio della stessa Prometeia seguo corsi di perfezionamento e lavoro al modello econometrico dell’economia mondiale presso l’Università di Pennsylvania.
Torno a Piacenza nel 1981 e inizio due vite professionali parallele, durate circa vent’anni, mantenendo i contatti con Prometeia.
Una a Milano, come direttore delle ricerche del Centro Studi Industria Leggera, specializzato nel settore legno-arredamento. L’altra a Piacenza, dove mi occupo di sviluppo economico territoriale prima e di politica locale poi.
Fino a fondare Alleanza per Piacenza nel 1992 e dal 1994 al 1998 rivestire il ruolo di assessore allo sviluppo economico con Giacomo Vaciago sindaco.
Perse le elezioni da candidato sindaco nel 1998, torno al mio lavoro milanese, questa volta a tempo pieno. Nel 2001, infine, affascinato dal “nuovo mondo” di Internet, fondo a Milano un’azienda editoriale per realizzare il primo motore di ricerca italiano dei prodotti d’arredo. Di questa azienda sarò amministratore delegato per vent’anni, fino al ritirato dal lavoro.

Perché Piacenza

Nato in provincia di Parma, tra Busseto e Roncole Verdi, da padre piacentino di Castelvetro e mamma parmense di San Secondo, mi trasferisco a Piacenza nel lontano 1958, in pieno boom economico.
Piacenza è prima una decisione dei miei genitori e solo in seguito una mia scelta consapevole.
Negli anni di Bologna tornavo a casa quasi ogni fine settimana. Qui avrei poi messo su famiglia. In seguito mi sarei guadagnato da vivere soprattutto a Milano, ma il mio maggiore centro d’interesse restava Piacenza.
Mi affascinava l’idea, da economista, di contribuire a migliorare la “mia” città.

Passioni

Tante passioni: musica, cinema, architettura, pittura, campagna, letture ....
Ma quella in cui mi sono realizzato è l’analisi quantitativa dell’economia per tentare di capirne il funzionamento, prevedere le tendenze future e formulare politiche economiche di sviluppo. E l’attività politica per realizzarle.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

I miei luoghi del cuore sono quelli che prefigurano il futuro possibile e necessario di una città della pianura padana che deve fronteggiare in modo più urgente i problemi posti da inquinamento atmosferico e riscaldamento globale.
Passeggiare nel centro di Piacenza, lasciandosi guidare dal caso, regala sorprese spesso inattese.
Il susseguirsi di edifici dalla grande storia è senza soluzione di continuità, ovunque si decida di andare.
Elencarli tutti è quasi impossibile: Palazzo Mischi, Palazzo Costa, Palazzo Galli, Palazzo Mandelli, Palazzo Landi solo per citarne alcuni.
Gli androni e i giardini di questi e dei tanti altri grandi palazzi antichi di cui è ricca la città - più di ogni altra in Emilia Romagna, ad eccezione di Bologna - eredità di un passato di grande prosperità economica dal 1500 al 1700. I chiostri e gli spazi di chiese come San Sisto. Le piccole case a schiera di origine medievale delle vie Roma, Taverna, Borghetto e dintorni, con cortile-giardino retrostante. L’area verde “Orti di via Degani” realizzata negli anni ’90 sulla base di un progetto innovativo. Infine alcuni viali alberati nei quartieri realizzati nel secondo dopoguerra.
Il comune denominatore di questi luoghi è la presenza del verde, il contributo all’assorbimento di CO2, un misto di suolo impermeabile e permeabile, l’abbattimento delle temperature nei mesi più caldi. E, ognuno a modo suo, la bellezza.