Orgoglio Piacenza

Paolo
Mezzadri

Scultore
 

Chi sono

Inizia ad usare il ferro per lavoro e non per passione.
La passione è arrivata dopo, è arrivata quando per lui il ferro era ancora un pezzo, un numero, semplicemente un grande contenitore con un codice una targhetta e talvolta un ciclo di verniciatura.
Spesso si è perso guardando pezzi tutti uguali... direi perfetti, anzi conformi, come spesso gli veniva detto...
Tanto uguali e tanto perfetti da non avere un anima.
Disegnati per essere usati e non per essere guardati, per essere puliti e non per essere annusati.
Il ferro per lui profuma di nostalgia e quello arrugginito di storia.
Inizia così la sua storia, una storia nata con pezzi di scarto... immaginando e provando... sbagliando tantissimo, forse troppo, ma mai con metodo.

Perché Piacenza

Il senso di appartenenza al territorio, fatto di significati e attaccamenti. Cosa davvero significa intimamente la nostra provincia.
Ricordo il tempo di quando la domenica era la gita e di quando le curva portavano in alto. E cambiava il tempo. E cambiava la luce e cambiava la lingua (dialetto).
E le cose (il pane) profumavano di buono.
Era un tempo che non capivo, ma ancora oggi ricordo.
Gli amici dei miei genitori abitavano a Dirlo, forse Vigolo Marchese, ma non ricordo.
Ricordo che sopra c’era solo il cielo, non c’erano più colline. E mangiare uva a piedi scalzi e rotolare e le castagne.

Passioni

Le passioni sono la struttura portante delle scelte e degli impegni. Sono il sale della vita. Sono loro a guidare scelte e espressione dei desideri.
Vorremo, quindi, un piccolo elenco di passioni e qualche parola a corollario.
La Normandia
Il vento
La sabbia bagnata
Le nuvole grigie, basse
Il silenzio
Il tempo che ti cerchi
Le notti che spesso sono già mezzogiorno
La gioia di abbracciare un amico
... E poi le notti che non sono mai stelle, ma punti e virgole, di domani.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Vigoleno. Seduto con il mio papà sulle scale della Chiesa che dà sulla piccola piazza. E mi ricordo il cielo blu e quel silenzio che ancora oggi appartiene alla mia anima e ai miei ricordi più intimi e più profondi.
Oggi vivo la precarietà di alcuni ricordi, ma ricordo chiaramente la strada di ingresso del castello e il profumo di quel pane con la coppa, mangiato, anzi divorato, stando sulle gambe di mio papà.
Se potesse tornare quel Vigoleno! Se potesse tonare qui tempo! Che le curve per arrivarci, sembra di andare in paradiso.

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