Orgoglio Piacenza

Edoardo
Locatelli

Managing Director
AHV Italy

Chi sono

Nato e cresciuto a Piacenza, da sempre appassionato di natura ed animali, terminati gli studi in Agraria incomincia a lavorare nel settore della zootecnia da latte, prima con ruoli di campo prettamente tecnici e, successivamente, guidato principalmente dalla sua naturale curiosità ed interesse nell’espandere le proprie esperienze, con ruoli manageriali in svariate Aziende del settore sia locali che multinazionali (Cargill, Lesaffre) che progressivamente lo allontanano sempre più dalla “sua” Piacenza, prima in Italia e dopo in svariati Paesi europei.
“Un’esperienza formidabile!”, come lui stesso la definisce. “Per un professionista partito dalla “gavetta” poter godere di una crescita e di un respiro veramente internazionale di melting pot tra culture e tradizioni profondamente diverse, è un’esperienza professionale ed umana ricchissima”.
Nel 2020, dopo mesi di stop forzato dovuto alla pandemia, arriva, in modo assolutamente casuale e non aspettato, una nuova opportunità lavorativa: “Venni contattato da una multinazionale olandese, AHV International, azienda di biotecnologie unica ed innovativa nell’aver sviluppato dei processi di ricerca e studio sulla comunicazione tra batteri, principio scientifico chiamato “Quorum Sensing”, scoprendo da essi capacità comunicative ed inclusive assolutamente stupefacenti, sulla base della quale batteri anche profondamente diversi tra loro, sono comunque in grado di comunicare tra loro e, se ne trovano convenienza, unirsi e collaborare in un vero e proprio lavoro di squadra per raggiungere un obiettivo comune. “Abbiamo così tanto da imparare da loro che il nostro slogan è divenuto ‘Working together like bacteria’.”
Gli viene proposto di contribuire alla fondazione e all’apertura della filiale italiana.
“Riconobbi da subito un’opportunità unica nel suo genere, a prescindere dall’aspetto del business, trovai assolutamente affascinante e sfidante la possibilità di provare a contribuire a fare qualcosa di diverso, provare a lasciare il segno”.
L’obiettivo, infatti, di AHV International è quello di studiare delle soluzioni efficienti e sostenibili volte principalmente a prevenire e combattere il fenomeno dell’antibiotico resistenza, racchiuso in un concetto circolare di “OneHealth” (L’Azienda ha infatti una serie di consociate che, oltre a lavorare in veterinaria per migliorare il benessere animale, operano in Humana e nel settore Crop, con applicazioni derivate sempre dallo stesso principio scientifico).
“Pronunciato il mio sì incominciai ad assumere la consapevolezza dell’apparente follia che si celava nella mia scelta: avviare da zero una start-up per un brand qui sconosciuto, con una missione parecchio sfidante e nel bel mezzo di una pandemia globale non pareva proprio essere una passeggiata in discesa. Seguirono innumerevoli notti insonni ma l’adrenalina e l’entusiasmo crescevano rapidamente, furono quelli i driver che mi permisero di affrontare e superare gli innumerevoli ostacoli”.
Oggi Locatelli è Direttore Generale, socio e co-founder di “AHV Italy” e da 0 conta, dopo circa due anni, 30 dipendenti con una previsione di crescita verticale e costante. “Dopo tanti anni sono tornato ad essere un piacentino stanziale e poter godere quotidianamente della collaborazione di tanti concittadini, lavorando con una squadra di persone di grande spessore e sensibilità.”

Perché Piacenza

Il mio senso di appartenenza al territorio e il desiderio di dargli maggior visibilità, mi ha portato in primis a fare tutto il possibile nel costituire l’Head Quarter della neonata società proprio a Piacenza, non senza difficoltà dato che città come Milano o Brescia sono ben più note agli occhi dei colleghi stranieri. Evidenziando le peculiarità di Piacenza, da un lato la posizione strategica dal punto di vista logistico, dall’altro il suo DNA di agricoltura e zootecnia che la collocano naturalmente proprio nel cuore della zootecnia italiana, sono state ragioni sufficientemente convincenti ad avvallare la mia scelta”
“Qui affondano profondamente le mie radici e quelle della mia famiglia e poter iniziare (e creare!) da qui una nuova esperienza professionale l’ho ritenuto quasi un dovere e, al tempo stesso, un’opportunità per poter contribuire nel mio piccolo alla conoscenza di questo territorio, dall’animo apparentemente scorbutico ma che non smette mai di stupirmi per bellezza e valore.”
Come tanti colleghi del nostro territorio ho spesso l’opportunità di ospitare a Piacenza colleghi stranieri ed è chiaro che la qualità e la specificità della nostra cultura enogastronomica rappresentano e comunicano immediatamente una parte dell’immenso valore del nostro territorio con un impatto sorprendente sugli ospiti”

Passioni

La passione principale è la natura in ogni suo contesto, la stessa che mi ha portato a vivere nella “ritirata” e quieta Val Luretta ma se davvero vogliamo parlare di passione, quella che ti fa battere forte il cuore al momento in cui ci pensi, è quella del trail-running ovvero la corsa di resistenza in natura, nel caso mio in montagna. Passione alla quale dedico da alcuni anni tutte le energie e il tempo che, con grande fatica, riesco a ritagliare come un sarto dal lavoro e dalla famiglia (con una moglie molto paziente, spesso “vedova bianca” durante la domenica) e che mi ha portato a partecipare a gare internazionali di ultra-trail (per “ultra” si intendono quindi le distanze superiori ai canonici 42 km di una normale maratona) permettendomi di unire alla pratica sportiva un’altra grande passione (questa condivisa con la moglie!) che è quella dei viaggi. Anche in questo caso ogni qualvolta riesco a portare qualche atleta a correre sui nostri sentieri appenninici è motivo di grande soddisfazione di fronte al regolare stupore che ognuno di essi manifesta.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Il lato più intimo che mi lega al territorio sono, come spesso accade, i ricordi di bambino e le sensazioni ad essi legati: se posso azzardare un paragone le mie personali madeleine di Proust corrispondono al profumo delle faggete in Alta Valnure, legati alle escursioni domenicali da bambino con la mia famiglia.
Il mio luogo del cuore è indubbiamente l’Alta Valnure, forse perché mi ci ritrovo in parecchi aspetti: discreta ed apparentemente aspra, meno ubertosa e sfacciata della Val Trebbia, devi davvero guadagnarti la scoperta della sua bellezza intonsa e selvaggia, il più delle volte apparentemente nascosta.
E’ naturalmente la mia “palestra” a cielo aperto come sede dei miei allenamenti, in particolar modo il mio giro del cuore è il “Ferriere Classic Ring”, un circuito che mi permette, quando lo desidero, di sentirmi per un giorno “Il Re dei Sette Colli piacentini”
Il percorso di 54 km si sviluppa quasi interamente nel territorio del Comune di Ferriere, fatta eccezione per uno sconfinamento di circa 2 km nel Comune di Santo Stefano d’Aveto in Liguria e, ovviamente, senza doverlo percorrere tutto per intero, ognuno può trovare e scegliere i tratti che preferisce.
Il tracciato è stato pensato in modo tale che TUTTE le cime più alte del territorio siano comprese; alla fine del percorso ne conteremo ben sette oltre i 1300 mt.
Uno dei passaggi a me più cari e che ritengo maggiormente suggestivo è quando si intravede, circondato dal magnifico pascolo del monte Crociglia, un angelo bianco che ne contraddistingue la vetta... la quinta. Meno due!! (Monte Crociglia mt 1578 quinta vetta – km 29)
Scollinato il monte Crociglia ci si lascia alle spalle la Val D’ Aveto e con di fronte la Val Nure, si prosegue scendendo lungo un pascolo.
In un’alternanza di passaggi aperti intercalati da bosco e pascolo, si raggiunge la base del Monte Carevolo.
Per raggiungere la sesta vetta, il Monte Carevolo mt 1578 , vi attende un vero e proprio Vertikal di 200 metri, con 100 di dislivello.
Dalla croce recentemente rinnovata, prendete un fiato e lasciatevi incantare dal panorama; a fondovalle scorgerete Ferriere, la vostra meta.
Le difficoltà non sono ancore terminate, ma vedere il traguardo vi rafforzerà.
Ripartite e scendete a sinistra, riprendete il sentiero Cai 001 verso destra che per circa un chilometro sarà un single track in discesa ripido e sdrucciolevole se asciutto, molto scivoloso se bagnato.
Appena la pendenza spiana, godetevi la possibilità di correre per un lungo tratto in leggera discesa e quasi completamente in ombra, fino al Passo Mercatello.

Riferimenti

www.ahvint.com/it