Orgoglio Piacenza

Stefano
Pizzamiglio

Titolare de Cantina La Tosa
 

Chi sono

Nasce a Milano da mamma piacentina, destinato a seguire l’attività del padre medico, insegue, invece, la passione per il vino seguendo sin da giovanissimo i corsi dell’Associazione Italiana Sommeliers.
Acquista con il padre e il fratello una cascina e i terreni adiacenti nelle zone materne, impegnandosi da subito nel recupero del paesaggio agrario e nella conversione dei campi incolti in vigneti.
Terre molto povere tra Nure e Trebbia, capaci di produrre vini che, come lui dice, non ti aspetti.
Studia all’Università di Agraria di Piacenza con tesi in viticoltura e dal 1985 incomincia la produzione di vino, all’inizio frizzante, secondo la tradizione piacentina, avendo sì già l’idea di esplorare la possibilità di produrre vini fermi ma necessitando di ulteriore esperienza per poterlo fare.
Conoscendo il territorio, anno dopo anno, decide con il fratello di seguire la natura, facendo ricerca e producendo quello in cui credevano: il miglior prodotto possibile per quelle terre: Sauvignon e Malvasia ferma (la prima Malvasia di Candia Aromatica vinificata ferma), Gutturnio fermo e Cabernet Sauvignon molto strutturato.
Nel 1988 fa uno stage di un anno in Franciacorta nella cantina Ca del Bosco, una delle più belle aziende italiane, per approfondire la conoscenza delle tecniche della viticoltura di alta qualità.
La sua filosofia è quella di produrre vini i più buoni possibili nel modo più naturale possibile.
È convinto che produrre un vino in modo naturale è un dovere e che la qualità del vino debba essere intrinseca.
Identifica la qualità del vino nelle sue pulizia aromatica, eleganza, struttura, profondità e complessità.
Nel tempo ha scoperto quanto possa essere grande e inaspettata la longevità dei vini del suo territorio, in particolare dei bianchi, con la Malvasia, che in circa vent’anni di bottiglia sviluppa una grande complessità e matura grande completezza, pur mantenendo la freschezza e la piacevolezza tipiche dei vini della nostra regione.
La sua passione per la simmetria si riflette nella produzione: quattro vini quotidiani, due bianchi (uno fermo e uno frizzante) e 2 due rossi (idem), quattro vini importanti (un bianco e un rosso da uve francesi più ‘maschili’ e due da uve autoctone più morbidi. Chiude la produzione un vino dolce passito.

Perché Piacenza

Piacenza è stata una sfida, un territorio che vale tantissimo, nelle sue varietà e nelle sue proposte.
Una sfida che si riflette a la Tosa, sita nelle terre rosse antiche, tipo di suolo che dona ai suoi vini più calore e più complessità, mentre a pochi chilometri si trovano le terre fossili, che regalano ai vini leggerezza e sottigliezza, e le zone del basso e medio Appennino dove nel vino si esprime una particolare freschezza.

Passioni

Il vino era la mia seconda passione.
La prima e più intensa è stata la poesia. Intorno ai vent’anni sono stato redattore della più importante rivista di poesia italiana, ma è stata una passione forse troppo intensa, quasi morbosa, al punto che come attività l’ho lasciata presto.
Per dare un’immagine di tutto questo, il mondo della poesia era il cielo, lo studio della medicina era la terra, il vino è invece l’aquilone, compiamo un volo continuo nell’immensità della natura, ma legati alla terra con un filo, l’aspetto pratico del nostro lavoro.
Altra passione è la musica, in particolare Classica, del Sei-Settecento e contemporanea.

Cosa vorrei raccontare di Piacenza

Il fascino di Piacenza è un fascino nascosto, quasi sommesso.
Piacenza è sinonimo di sobrietà, senso della misura, riservatezza estrema.
Per me l’angolo da raccontare è Vigoleno, ovviamente per il paese arroccato attorno al castello e alla piazza, ma anche per l’enclave del Vin Santo, già particolare di suo perché contadino e non appannaggio, come solitamente era, delle famiglie nobili, e in più perchè prodotto con vitigni che si coltivano solo lì: Santa Maria e Melara.

Riferimenti

www.latosa.it

Cantina

La Tosa

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